Nei miei più ottimistici progetti per la serata c'era quello di fare quella cosa che inizia con la "s" (non voglio nominare l' attività e per esigenze di copione specifico che tra le due cose che possono esservi venute in mente, io mi riferisco a quella che si fa con i libri e che non lascia un gran senso di soddisfazione una volta finita). Evidentemente però stasera non voglio prestarmi al mio dovere. Vedo un film meraviglioso ("The hours") che qualche anno fa non ero riuscita ad apprezzare quanto meritasse e rifletto sulla morte, sul suo non senso che da senso a tutto quanto. Sulla volontà e sui suoi limiti, sulla felicità e sui suoi limiti. La morte, la sua irrinunciabilità da senso a tutto questo. Penso sia il tempo che passando ci svuota di vita a riempire di senso la vita stessa. Di un senso qualunque che è ciò che rimane quando non c'è più spazio per la nostra volontà. La felicità dura lo spazio sufficiente a dimenticarsi che la volontà cede difronte al tempo, agli altri e a volte anche difronte a noi che non possiamo governarla. La consapevolezza svilisce ogni cosa bella. Un profano Ligabue riprendendo una convinzione che risale al mondo antico (amor=mors con alfa privativo) dice: "L'amore conta, conosci un altro modo per fregar la morte", be' secondo il mio pensiero (che è mutevole come il vento), il suddetto mente o almeno lo fa immaginando il senso in cui intende lui l'amore. Έρως si scontra con la volontà di un'atra persona e con l'imprevedibilità del corso del tempo. Dunque non so, forse l'unica via d'uscita da questo discorso in cui mi sono cacciata e dal senso di insoddisfazione e inadeguatezza che la vita può produrre è l'accettazione. E qui chiudo perchè non ho voglia di proseguire. Devo ammettere che il delitto commissivo doloso mi ha fornito grandi spunti di riflessione (vedi dolo come rappresentazione e volizione).
Volevo riflettere anche sulla depressione dell'anima che limita la volontà, ma non ho la concentrazione che vorrei avere e non vorrei che voi pensaste a me come la depressa che non sono. E' la sera.
"Guardare la vita in faccia, sempre, guardare la vita in faccia, e conoscerla, per quello che è. Al fine di conoscerla, amarla, per quello che è. E poi metterla da parte. Per sempre gli anni che abbiamo trascorso, per sempre gli anni. Per sempre l'amore, per sempre. Le ore."
Amen, sorella!
RispondiEliminaDile, io capisco che penale ti toglie la gioia di vivere, ma qui tocca reagire....
RispondiEliminaE comunque Seneca diceva: "Grazie vita che mi hai dato la morte".
O almeno mi sembra che fosse lui...