Allora, prima di tutto vorrei avvisare i miei cari lettori che sono reduce da un rientro all’università pieno di ore senza intervalli e date di esami più immediate del previsto, quindi mi scuso se non risulterò brillante come mio solito.. (tra l’altro vorrei solo dire che avevo detto a Diletta che non avrei parlato di studio ed eccolo qui nella prima frase! )
Or dunque, dato che nei precedenti interventi vi siete espressi (quasi tutti) nel vostro amore per la musica, vorrei usare questo post per parlare di una cosa che piace solo a me tra noi quattro. I videogiochi.
Mi rendo conto che leggere le ultime due parole avrà creato in voi lo stesso sentimento che sentire “Scarpe” o “Comprare” provoca negli uomini (Scrubs docet), ma cercherò di limitare il mio livello di nerdiness e riportare qualcosa che possa interessare anche voi.
Prima di tutto, lo sapevate che l’industria dei videogiochi è una delle poche che non ha subito danni per la passata crisi economica? Anzi per quanto riguarda il mercato globale i videogiochi sono passati dalle vendite di 10 miliardi degli anni 90, alla prospettiva di 86 miliardi per il 2014 e le previsioni del mercato italiano danno ai videogiochi un 10,4% di aumento dal 2010 al 1014, contro il -2,9% della musica registrata (questi dati sono gentilmente forniti dal mio libro di microeconomia).
Dopo aver citato questi dati inutili, passerò a classici esempi di come i videogiochi siano diventati sempre più popolari e meno di nicchia in questi ultimi anni. Infatti quando si parla di videogiocatori, non ci si riferisce più soltanto ai nerd che negli anni 90 giocavano a Prince in 2D o ad Arkanoid o a Tetris, ormai in questa categoria sono incluse anche quelle persone che ti mandano ventisette notifiche al giorno per Farmville o Pet Society o “inserire l’ultimo gioco di moda su Facebook qui”, oppure quelli che si scaricano i giochi tramite le applicazioni per Iphone o Ipad.
A breve i videogiochi non saranno più dedicati solo a particolari fasce di età, ma saranno innati per tutti, basti pensare solo al grande successo avuto dalla Wii e alla sua accessibilità a praticamente tutta la famiglia.
Quando sono nati i videogiochi, la loro funzione era quella di intrattenere i tipi più sfigati e asociali e creare per loro un mondo in cui potessero essere gli eroi che salvavano la principessa uccidendo il drago cattivo. A volte c’era un funghetto stronzo che ti diceva “Mario! Your princess is in another castle” mentre ti mandava a fanculo, ma il punto è un altro..
Ora i videogiochi si sono evoluti, ormai sono l’equivalente informatico di uno sport di gruppo, l’obiettivo non è più quello di isolarsi dalla società, l’obiettivo è quello di far vedere agli altri quanto si è bravi in qualcosa, tramite i trofei (vedi ps3) o i giochi online.
Basti pensare che i giochi più in voga ormai sono quelli nel quale è richiesta una cooperazione, un gioco di squadra o una competizione con altri giocatori. Questo porterà a modificare sempre di più l’immagine del giocatore tipo.
A me i videogiochi hanno sempre affascinato, e temo che sarò sempre nella categoria degli “sfigati” con gli occhiali da nerd che almeno una volta nella loro vita avrebbero preferito restare a giocare per sconfiggere il boss finale con la propria gilda, invece di andare in discoteca (yes, it actually happened once).
Per fortuna (non per voi che vi siete dovuti leggere ciò) ci sono persone che riescono a rendere questo scenario meglio di me, come un certo Raph Koster, che quando parla dei videogiochi li descrive come “..un genere straordinario di ingegneria alla rovescia. Per migliaia di anni le nostri menti sono state plasmate dalla necessità di sopravvivere al nostro mondo. Oggi le nostre menti, sviluppate da questa necessità, sono impegnate nella creazione di altri mondi irreali, destinati espressamente a soddisfarle.”
Vabbè, questo discorso senza capo né coda è andato avanti troppo a lungo. Il punto era di farvi riflettere sulle possibilità future di un mondo che magari vi sembra tanto estraneo, ma più di tanto non lo è.
Ma in fondo ad essere sinceri era più che altro un modo per scrivere qualcosa che interessa solo a me, a volte è giusto anche essere un po’ egoisti, no? ;D
Anzitutto mi hai ricordato che devo fare una cosa....dire a Gianluca che a me Cityville fa schifo, che non so neanche che cosa sia e che dunque non accetterò mai il tuo invito a giocare!!
RispondiEliminaLe uniche esperienze che ho io con i videogiochi sono un gameboy che ho posseduto intorno ai dieci anni (era giallo e mi piaceva tanto ma avevo solo due giochi), un gioco di Hercules per il computer (non sono mai riuscita a superare il terzo livello) e una Wii presente in casa mia da natale dell'anno scorso alla quale avrò giocato quattro volte e della quale mi sono stancata ben presto, una volta finita la curiosità e soprattutto dopo aver realizzato che sono una pippa totale a tennis.
Per il resto i videogiochi non mi hanno mai incuriosita più di tanto, credo che siano un'esperienza un po' lontana da me (idolo:diletta=videogiochi:diletta---->sì, lo so che è un'equazione del cavolo!). Soprattutto odio tutti i videogiochi che hanno per oggetto il calcio.
Comunque ti amo anche se non parlerò mai di tali diavolerie con te, perchè queste cose non riusciranno mai ad emozionarmi.
Dimenticavo: tra le mie esperienze in materia posso includere anche uno sfigatissimo tamagochi che dopo aver desiderato per mesi ho lasciato morire di stenti in una settimana senza aver provato alcun rammarico?!
Ogni tipo di gioco vale, il tamagochi che ti dimentichi e acceso e inizia a piangere alle due di notte soprattutto.
RispondiEliminaTra l'altro qualche giorno fa Virginia mi stava dicendo che ha iniziato a giocare ad un videogioco online.
Prima o poi verrano tutti contagiati. I just know it. *evil smirk*
Neanche ti ritirò fuori(!) l'ormai leggendaria scena in cui io e te giochiamo a "Dino Crisis" senza sonoro ma con il cd di Mariah Carey mentre ti vibra il joystick perchè un dinosauro ti sta mangiando ma ce ne accorgiamo dopo l'ultimo acuto di Mariah...
RispondiEliminacmq..io ho avuto un..nintendo..e la prima playstation...e il gameboy, va beh...e i giochi per il computer...con tutto ciò ho smesso di giocare appena finite le medie..giusto in tempo per la vera fase gay...
però lo sai che sono sempre stato una mezza pippa..tra "Tomb Raider"(dove il mio unico scopo era rinchiudere il maggiordomo nella cella frigorifera) e "Crash Bandicot"...e "Spyro"..e altri giochi gay che non posso nominare...
cmq "Crash" con le macchine lo amavo..dai su..era tipo il mio preferito...
adesso se mi metto a giocare pure ai videogiochi..uff a te...mi risveglio dmn che ho 40 anni con la panza (no personal offense predicted)...
nice post anyway.
scarpe..comprare..hauhaua..e il funghetto che ti manda affanculo <3
"Neanche ti ritirò fuori(!) l'ormai leggendaria scena in cui io e te giochiamo a "Dino Crisis" senza sonoro ma con il cd di Mariah Carey mentre ti vibra il joystick perchè un dinosauro ti sta mangiando ma ce ne accorgiamo dopo l'ultimo acuto di Mariah..."
RispondiElimina"E' 5 minuti che mi vibra sto coso, è normale? Cmq dovremmo avere ancora delle munizioni nello zain.. OHSHIT WHAT THE FUCK WAS THAT! NON HO PIU' UNA GAMBA!"
Il videogame che ha controllato per anni la mia mente è stato sicuramente Tekken 3 sulla Play 1!!! Ce l'ho ancora... Penso di ricordarmi a memoria tutte le combo di Xiaiou ( la cinese con i suoi fantastici codini) e Nina ( la zoccolona vestita di viola con giarrettiera e calze a rete). Quanti pomeriggi e feste natalizie davanti a quel gioco. Neanche Naruto Shippuden mi fa digrignare i denti fino quasi a romperli come quando mi sconfiggeva Yoshimitsu (il demone d'argento con la spada laser)....
RispondiEliminaVabbè allora il più nerd è Gianluca. Scusate l'errore.
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